Storia e Tradizione

Wushu significa arti marziali ed è un’eredità culturale del popolo cinese che unisce indissolubilmente in sé gli aspetti del combattimento, dello sport, della conservazione della salute e della concezione filosofica del mondo, tipica della tradizione storica e culturale cinese. Indica tutti i sistemi di combattimento a mani nude e con armi. Si distingue in Wushu tradizionale e Wushu Moderno.

Kung Fu è un termine cinese che indica un’abilità eccezionale raggiunta in seguito ad un lavoro duro, meticoloso e raffinato in una attività spesso di tipo manuale o fisico.

Nel 27° secolo a.C. il leggendario imperatore Giallo (Huang - Ti) fondò un’esercito chiamato Jiaodi istruito in un tipo di combattimento chiamato Chiou - Ti; come esercitazione i  militari andavano alla carica l’uno contro l’altro con la testa cinta di corona.

Le prime notizie certe riguardo al Wushu risalgono al periodo della dinastia Zhou (221 a.C.); la lotta fu catalogata come uno sport militare, accanto al tiro con l’arco, la corsa con i carri e la scherma, assai popolare in quei tempi.

L’imperatore Zhongwen, che governò il regno di Zaho (298 - 266 a.C.), fu così affascinato dal combattimento da chiamare alla sua corte oltre 3000 invitati per gareggiare giorno e notte nel maneggio della spada.

Durante il regno di Han – Wu - Ti della dinastia degli Han orientali (25 – 220 d.C.) il famoso medico cinese Hua Tuo mise a punto una serie di esercizi per mantenere la forma fisica, chiamati Wuqinxi (“Esercizi dei 5 animali”), che imitavano i movimenti di 5 animali: la tigre, il cervo, l’orso, la scimmia e la grù. Questa pratica fisica aiutava non solo da un punto di vista salutare, ma serviva ad aumentare l’abilità, la forza, la destrezza ed il coraggio. L’opera innovatrice di Hua ebbe una grande influenza sulle attività fisiche volte a conservare la salute nelle epoche successive della Cina. Con l’introduzione del buddismo in Cina nacquero i primi Monasteri, principalmente al Sud. Nel 495 d.C. il monaco buddista indiano Batuo fondò il tempio di Siumlam (“giovane foresta”) nella regione Henan, a sud della montagna Sung; qui i discepoli Seng Cho e Fu Ju raggiunsero la padronanza in alcune forme di boxe. Altri templi appartenenti allo stesso ordine furono edificati anche al Nord, dove nella lingua mandarina, la più   diffusa all`epoca in Cina, Sium – Lam si trasformò nel più conosciuto Shaolin.

Episodio fondamentale nella storia del Kung Fu è l’arrivo del monaco buddista indiano Ta – Mo (Bodhidarma) nel monastero di Sium – Lam ( 520 d.C.). Bodhidarma, che in lingua sancita significa “l’uomo che è stato premiato con l’illuminazione per aver seguito fedelmente i principi del buddismo” era il 28 ° patriarca dell’India e il primo della Cina, e diede origine a quella corrente di buddismo chiamata Ch’An e a noi più nota col nome giapponese Zen. Bodhidarma, apparteneva per nascita alla casta guerriera degli Ksatriya e come un guerriero era stato allevato. Trovando i monaci Cinesi estremamente deboli fisicamente, insegnò loro gli esercizi formative praticati dalla sua gente per aumentare il Chi e la forza. Le serie di esercizi più importanti introdotti da Ta – Mo furono: Chin Chin, Hsi Sui Ching ed i “18 movimenti del lohan” basati sui movimenti dei 18 animali più importanti dell’iconografia Indo – Cinese (la tigre, il leopardo, il cobra, il serpente, il drago, ecc…).

Il monastero di Shaolin divenne nei secoli successivi famoso per l’abilità dei suoi monaci nel combattimento e sinonimo stesso di arte marziale cinese. La potenza dei monaci arrivò al suo apice quando un imperatore di quel tempo ricorse al loro aiuto per debellare un esercito nemico. Il combattimento dei monaci in battaglia fu così esemplare da far divenire il loro nome sinonimo di combattimento marziale. La supremazia dei monaci Shaolin durò quasi 300 anni.

Molto più tardi, sotto la dinastia Ming (1368 – 1644), si testimoniò il sorgere di numerosi nuovi stili e scuole di Wushu. Nella scuola dei monti Wu Tang alcuni eremiti concepiscono uno stile capostirpe degli stili interni, tra cui Taiji Quan, Xinyi Quan e Bagua Zhang. La caduta dell’impero Ming ad opera degli invasori Manchù, portò al potere la dinastia Ch’Ing (1644 – 1911). Durante i 250 anni che seguirono, molti Cinesi si batterono contro i Manchù, uniti in società segrete; da questo momento vi furono feroci attacchi contro i monasteri Buddisti fra le più importanti lotte ricordiamo quella dovuta al primo imperatore della dinastia Ch’Ing e a due ministri che convinsero l’imperatore che il tempio venne raso al suolo e soltanto 5 monaci, noti come i 5 antenati, si salvarono portando con se gli inestimabili segreti di lotta Shaolin. Ma la lotta contro i  Manchù, non si arrestò, si diffuse per tutta la Cina ed in alcune province raggiunse dimensioni senza precedenti. Durante la metà del XIX  secolo scoppiò una rivolta che durò 14 anni nota come la più famosa guerra di Wushu della storia, “la rivolta dei Boxers”. Nel 1900 i Boxers furono sterminati dall’arrivo dei brittanici, americani e francesi e la rivolta fu domata. La sconfitta dei Boxers segnò la fine dell’uso del Wushu come arma nelle guerre convenzionali.

Con la fine del governo Manchù  e la nascita della Repubblica Popolare Cinese (1912) il pugilato cinese si ampliò ulteriormente in tutta la nazione.Nel 1921 nacque il Partito Comunista Cinese (Mao Tse – Tung è tra i fondatoti) e nel 1949 venne proclamata la Repubblica Popolare Cinese. I vecchi stili e le relative pratiche furono salvate dall’estinzione e nuovi stili si evolsero con grandi sforzi innovativi.

Il Kung Fu venne portato in Occidente dai cinesi emigrati che cominciarono a rivelare il segreto totale.

Le Tradizioni

Il rito del te

In ogni scuola di Wushu tradizionale il “Rito o Cerimonia del Tè” è uno dei momenti più importanti della vita della scuola stessa. Il Tè è una bevanda non inebriante che se utilizzata in modo appropriato gode di numerose proprietà terapeutiche. Secondo la tradizione la pianta del Tè e il suo uso vennero scoperti già nel terzo millennio avanti Cristo dal padre della medicina tradizionale cinese Shen Nongshi. Nel 780 dopo Cristo il leggendario Lu Yu pubblica il Cha Ching, il “Canone del Tè”, il primo grande trattato in cui vengono spiegati i metodi per la coltivazione e la raccolta del Tè, i modi per servirlo e per degustarlo. Il successo di tale libro ha elevato Lu Yu addirittura agli onori degli altari diffondendo così l’uso del Tè in tutta la Cina classica. È in questo periodo che nasce nei templi buddisti la “Cerimonia del Tè”: “… nei monasteri cinesi bere il Tè era una cerimonia festosa, un’offerta agli dei; il tè non era solo un aiuto per la meditazione e una gioia per il palato, ma anche un piacere estetico e spirituale …”. Dai monasteri buddisti la Cerimonia del Tè passa alle scuole di Wushu tradizionale che ancora oggi la propongono come momento particolare della vita della scuola, in cui gli allievi si riuniscono per dialogare e meditare insieme ai Maestri e agli istruttori.

Cerimonia del riso

Questa cerimonia si svolge due volte all’anno secondo il calendario lunare, ovvero in primavera (aprile-maggio) e in autunno (ottobre-novembre). La tradizione antica vuole che il primo imperatore della Cina avesse decretato che si dovessero tenere ogni anno in sua presenza le cerimonie propiziatorie della semina e della raccolta del riso. Per il popolo cinese tale alimento era fondamentale per l’esistenza stessa della nazionale. Infatti era alla base sia dell’economia cinese che della nutrizione di quel popolo, basti pensare che l’ideogramma che rappresenta l’energia vitale di ogni essere vivente (Qi) ha alla base il simbolo della cottura del riso.

La cerimonia del riso è un momento conviviale della scuola, dove tutti gli allievi dei diversi corsi si riuniscono per confrontare le proprie esperienze, per meditare e per mangiare insieme il riso, simbolo di prosperità.

Il saluto

Il saluto in cinese si dice Ching Li, e letteralmente queste due parole significano ”rispetto e riverenza”. Il saluto è la prima forma di rispetto che l’allievo impara, e rivolge al Maestro, agli istruttori e ai compagni. Tale azione affonda le sue radici nella tradizione filosofica di Confucio, ma con la pratica costante e continua diviene un’azione genuina, che nasce da un puro desiderio del cuore. Per ogni circostanza all'interno della scuola esiste un saluto specifico, la cui esecuzione ha radici profonde nella cultura e nelle tradizioni delle antiche scuole d Wushu. Il saluto degli allievi durante le lezioni di Shaolin e Wushu Moderno Il saluto degli allievi durante le lezioni di Taiji nonché degli istruttori. Viene eseguito in abbinamento a un inchino.

 



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